Manovra 2020: svolta imminente per i medici specialisti con il ricorso in essere.
- Medici • 20 Maggio 2020
Ottime notizie per tutti i medici specialisti, anche per quelli iscritti ai corsi di specializzazione precedentemente all’anno 1983.
Tardiva applicazione delle direttive Ue per la formazione post laurea dei medici specialisti: presentati due subemendamenti per chiudere in via transattiva il contenzioso. ⚖
La più che decennale battaglia dei medici ex specializzandi sembra essere ormai in dirittura d’arrivo. La via è la Manovra economica 2020. Sono due infatti i subemendamenti (Atto Senato 1586 – sub emendamento 55.0.2000) che propongono la soluzione transattiva come strada risolutiva del contenzioso che da anni vede lo Stato soccombere di fronte ai ricorsi presentati dai medici che tra il 1978 ed il 2006 non hanno ricevuto l’adeguata remunerazione durante la scuola di specializzazione sebbene questo fosse previsto da precise direttive europee (75/362/CEE, del Consiglio, del 16 giugno 1975, 75/363/CEE del Consiglio, del 16 giugno 1975, e 82/76/CEE del Consiglio, del 26 gennaio 1982).
Facendo la “conta” sono circa 118mila i camici bianchi con attualmente un ricorso in essere e quindi interessati da questa vicenda ed eventualmente beneficiari degli indennizzi .
Le azioni collettive promosse in questi anni, ha fatto riconoscere ad oggi oltre 500milioni di euro ai medici che hanno presentato ricorso e, la prospettiva di un esborso miliardario per le casse pubbliche, è più che mai realistica continuando in questo modo.
Analizzando nel dettaglio i provvedimenti presentati emerge la proposta di un indennizzo pari a 8mila euro per ogni annualità del corso di specializzazione per medici immatricolati tra il 1978 ed il 1992 e di 15mila euro per quelli immatricolati nel periodo 93-2006. A questi importi sarà inoltre aggiunta la rivalutazione monetaria decorrente dall’8 agosto 1991 alla data di entrata in vigore della legge in proposta, nonché gli interessi compensativi al tasso legale medio tempore maturati sulle somme rivalutate anno per anno.
E la copertura?
Nei subemendamenti si legge che: “si può attingere al risparmio previsto sui costi annuali della medicina difensiva c.d. “positiva”, stimati in 10 miliardi di euro, pari allo 0,75% del Prodotto Interno Lordo, dalla Commissione parlamentare di inchiesta sugli errori in campo sanitario e sulle cause dei disavanzi sanitari regionali, istituita con deliberazione della Camera dei deputati del 5 novembre 2008 e dall’AgeNaS – Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, in conseguenza della entrata in vigore della Legge 8 marzo 2017, n. 24, disposizioni in materia di sicurezza delle cure e della persona assistita, nonché in materia di responsabilità professionale degli esercenti le professioni sanitarie, in Gazzetta Ufficiale, Serie Generale n. 64 del 17 marzo 2017”.
«Siamo di fronte ad una grande ingiustizia – commenta il senatore Antonio De Poli primo firmatario dei due subemendamenti – I due subemendamenti presentati riguardano proprio questo aspetto: il riconoscimento del percorso fatto come specializzandi e l’aspetto economico. Ci auguriamo che questa volta il Governo ci ascolti e finalmente lo Stato Italiano riconosca il diritto di migliaia di medici».